Un’opera dell’ingegno costruttivo che, con molta probabilità, era parte integrante della via Annia-Popilia, realizzata (II sec. a.c.) con tecniche che si ritrovano in altri manufatti simili presenti lungo principali vie di comunicazione dell’impero romano.
Della via che andava “Ab Regio ad Capuam” son stati rinvenuti in passato, oltre al cippo miliare di Polla (SA), solo alcuni tratti di selciato e basolato, resti di pietre miliari, spalle di ponti e qualche opera di sostegno.
Il ponte sul Savuto che si trova in Località Sant’Angelo, a cavallo fra i comuni di Altilia e Scigliano, è l’opera che, nel Sud Italia, meglio si è conservata della grande rete viaria realizzata dai Romani. Ciò grazie anche ad interventi di restauro realizzati negli anni ’60, ma soprattutto per la grande abilità dei costruttori nel scegliere dimensioni e materiali.
Il Ponte di Sant’Angelo (detto volgarmente anche Ponte di Annibale), con altre due strutture di epoca antica ubicate più a monte (il Ponte alle Fratte e il Ponte di Tavolaria), rappresentano una caratteristica unica dell’area del Savuto.
Il Ponte romano è raggiungibile attraverso un sentiero “lastricato” (in epoca recente) che si collega alla via che dallo svincolo autostradale A2 di Altilia-Grimaldi porta al borgo di Scigliano.
Suggestive sono le escursioni in bici organizzate dalla Sporting Savuto ASD di Marzi che, “Savutu appenninu” ripercorrono sentieri sterrati e guadi, attraversano il Ponte di località Sant’Angelo, e terminano la corsa alla foce del fiume Savuto che incontra il Mar Tirreno nel territorio di Nocera Terinese.
Anche questo è “Destinazione SAVUTO”.
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