“Rogliano crollò col terremoto del dì 27 Marzo dell’anno 1638 che ebbe luogo verso le ore 21 o 22 del sabato delle palme sotto il governo di Filippo IV…la nostra terra …soffrì moltissimo… vi rimasero estinti 1208 individui laici e 23 tra sacerdoti e monaci” e ancora in proposito “… il reverendo Padre Diego Tano cappuccino, mentre predicava nella Chiesa avvenne il terremoto, ed alla prima scossa il popolo che vi era accorso volea uscire fuori dal tempio, ma egli vi si oppose, dicendo, ch’era nella casa di Dio, e che non facea d’uopo uscirne; ma in questo frattempo reiterò e cadde la Chiesa di cui è parola…”
Tommaso Morelli nella sua “Descrizione topografica della città di Rogliano in provincia di Calabria Citra” (1845).
Il triste evento è testimoniato anche da una bella ed elegante iscrizione posta sul frontespizio della chiesa di San Pietro. In tempi record la struttura venne riedificata nello stesso anno. Il terremoto del 27 marzo 1638 fu terribile, la prima scossa si verificò alle ore 22 del 27 marzo 1638 e interessò soprattutto la zona dell’alto Crati, alle pendici della Sila, della Valle del Savuto. In numerose località si raggiunse un’intensità epicentrale di 11 (MCS); vennero distrutte Martirano, Rogliano, Santo Stefano di Rogliano, Grimaldi, Motta Santa Lucia, Marzi e Carpanzano.
Ad oggi sono 383 anni dalla catastrofe.
Mara Alessio
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