Il campanile rappresenta spesso una comunità e simboleggia l’attaccamento degli abitanti ad un borgo, un quartiere, una contrada. Su per il pennone, come un bastione che riesce a resistere a epoche e tramonti, si accentua l’autenticità di luoghi e genti; rintoccano le campane per richiamare i fedeli a lutti e a dì di festa; ticchettia l’andirivieni del tempo con i suoi ritmi e le sue stagioni. Si combatte, come sempre del resto, per le proprie radici, perché ciò che sta in alto si radica per sua necessità in basso, nella terra e nel mistero profondo. A Rogliano, tra i borghi più popolati del Savuto, ”u campanaru‘ per eccellenza è quello di San Giorgio: torre campanaria che accoglie chi giunge al rione Donnanni, impreziosito da rifiniture in stile romanico, ma di probabile origine ancor più remota. Risulterà consueto vedere campanili congiunti agli edifici sacri, un tutt’uno insomma. Ebbene, il campanile di San Giorgio è distaccato dalla chiesa e al viaggiatore di passaggio appare con tutta la sua imponenza, quasi a voler celare l’edificio di culto. Questo campanile, noto ai roglianesi come ”u campanaru ‘e San Giorgiu’, come vedremo nella nostra narrazione, rappresenta tutta la Comunità dei roglianesi nel Savuto, in Italia e nel Mondo.
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