La chiesa di San Giorgio Martire è stata dichiarata Monumento Nazionale e d è la rappresentazione più autentica del Barocco Roglianese. Domina, assieme alla torre campanaria (separata dall’edificio di culto), il quartiere Donnanni. E’ realizzata in stile romanico e, probabilmente, è l’edificio di culto più antico fra quelli finora conservati e destinati ancora al culto (ricostruito nel XVI sec. sulle rovine di uno precedente del XI-XII sec.). La facciata principale, che non è immediatamente visibile a chi giunge nella Piazza S. Altimari, è adormata da un pregevole portale e da un finestrone rettangolare opera degli scalpellini roglianesi (VII sec.). L’ingresso laterale che da sulla piazza è anch’esso abbellito da un portale scolpito nella pietra calcarea. Gli interni realizzati su tre navate conservano delle opere lignee di incredibile fattura (in particolare l’altare maggiore, in cui è conservata una pala che raffigura, sotto il Dio benedicente, diversi santi tra i quali San Giorgio, San Pietro e San Nicola di Bari o di Mira, ed i due laterali dedicati a S. Francesco di Paola e alla Madonna del Soccorso).
Segue scheda informativa a cura di Pina Oliveti e Mara Alessio
La chiesa di San Giorgio sorge nel rione Donnanni è il monumento più rappresentativo di Rogliano, in stile romanico-rinascimentale, fu costruita nel 1544 con tufi locali, sulle fondamenta di un edificio risalente al XI secolo. Costruita, da maestranze locali e da un certo “mastro Geronimo” il cui nome è scolpito all’interno della chiesa su una colonna, nel lato destro, con la sigla” Mr. HIERS.Cr.” probabile definizione di “Magister Hieronumos creavit”.
La pianta basilicale è ha tre navate divise da pilastri quadrangolari su cui poggiano archi a tutto sesto. La navata centrale ampia e luminosa culmina con un arco monumentale rifinito da una leggera scultura detta a “catena” di scuola roglianese. Sulla facciata principale troviamo un arco in tufo scolpito con una delicata trabeazione sulla quale sono scolpiti dei decori detti a “catena”che compaiono sull’arco a tutto sesto del transetto interno della navata principale, e delle testine alate e angioletti che richiamano l’altare ligneo dell’interno. Sul portale una finestra a vetri è incorniciata da una analoga scultura in tufo che richiama il portale. Nell’antistante piazza di stile cinquecentesco, il tipico campanile o torre d’avvistamento di origine medievale.
Entrando in chiesa, la luce diffusa sapientemente mette in risalto la colorazione bianco – beige, dei pilastri e lo sguardo si perde nella magnificenza del colore legno – oro dell’altare, sul fondo della navata centrale. La bellezza dell’altare ligneo è da togliere il fiato, le abili mani degli scalpellini del legno hanno dato vita a disegni e volute uniche e meravigliose.
L’altare realizzato in legno di castagno, realizzato da Niccolò Altomare e datato 1724, è ricco di sculture e intagli, rifiniti in oro zecchino, le foglie d’acanto e i fiori di girasole (simbolo della scuola degli scalpellini di Rogliano), intagliati con cura, sembrano scossi da un vento impetuoso, che scuote le foglie rendendo tutta la struttura voluminosa e leggera allo sguardo. In realtà è una struttura a piramide molto robusta, costituita da vari pannelli più o meno intagliati, con colonne intarsiate che si sviluppano in altezza , insieme alle decorazioni e alle volute dei fiori e delle foglie, scaricando a terra il peso (e quindi il volume della struttura), che risulta cosi equilibrata e leggera, comi i rami di un albero. Si tratta di una struttura elaborata e architettonicamente perfetta.
Sulla mensa tre ordini di gradini ornati con foglie e volute; al centro il ciborio sormontato da un tronetto, scolpito con testine di angeli alati e da corpose volute poste a forma di corona intorno al sole, simbolo dell’Eucarestia. La pala, sorretta da colonne con capitelli compositi intarsiate di fogli e fiori decorati in oro, contiene una tela in olio che raffigura “San Pietro e i Santi”, opere realizzata da Giuseppe Cavalieri e datata1818.
La trabeazione, costituita da varie cornici, angioletti, testine alate e motivi floreali, conclude la sua ascesa verticale con una favolosa cimosa racchiusa in un timpano spezzato ( motivo architettonico ricorrente della scuola degli scalpellini roglianesi), con foglie intarsiate che racchiudono un dipinto ovale dello stesso autore, olio su tela, che raffigura “ Il Padre Eterno benedicente”. A chiusura foglie d’acanto e il caratteristico fiore pendulo, firma della scuola roglianese. Ai lati della mensa due scrani in legno, con pannelli dipinti.
Nelle navate laterali, altre due inconfondibili opere degli “Scalpellini”, sono esattamente sulla sinistra l’altare di San Francesco , mentre nella navata destra l’altare della Madonna Immacolata opera di Niccolò Altomare , che riproducono in piccolo i canoni estetici della scuola d’intaglio.
La chiesa fu restaurata negli anni ’20 ( 1920 – 1922), per interessamento di Monsignor Alessandro Adami, parroco della chiesa. Fu rifatto il tetto che aveva numerose infiltrazioni d’acqua, tramite l’intervento della curia e di Papa BenedettoXV, ed in seguito del nuovo Papa Pio XI , la chiesa fu restaurata con uno splendido soffitto di legno detto a “cassettoni” per richiamare gli arredi lignei presenti all’interno. Una lapide di marmo posta nella chiesa ne ricorda l’avvenimento, cosi come un’altra lapide espressamente commissionata da Monsignor Adami, per ricordare la fine del restauro della chiesa con il seicentenario della morte di Dante Alighieri:
TE NOS REDDIDIMUS FORMAE
QUA PRISCA NITEBAS:
NOS CAELO REDDAS O DOMUS ALMA DEI
BENEDICTO XV PONTEFICE MAXIMO
THOMA TRUSSONI ARCHIEPISCO CONSENTINO
ALEXANDRO TEOLOGO ADAMI PRIMICERIO
ANTONIO PORRO FABRORUM MAGISTERO
POSTRIDIE ID.SEPT. A. D. MCMXXI
POST DANTEM MORTUM ANNO SEICENTESIMO.
NOI TI ABBIAMO RESTITUITO LA BELLEZZA PER LA QUALE TU RISPLENDEVI
NOI TI RENDIAMO GRAZIE AL CIELO, O ALMA CASA DI DIO.
PONTEFICE MASSIMO BENEDETTOXV, TOMMASO TRUSSONI
ARCIVESCOVO COSENTINO, ALESSANDRO TEOLOGO ADAMI
PRIMICERIO, ANTONIO PORRO MAESTRO DEGLI ARTIGIANI.
16 Settembre anno del Signore1921. Anno seicentesimo dalla morte di Dante.